lunedì 16 giugno 2014

11 ottobre 2013...

Pubblicato da Carol:) alle 18:59
...una vita, che vergogna pensera' qualcuno....i blog devono essere aggiornati!!!!
Ma...mi mancava il coraggio...sisi proprio quel coraggio che pensavo di avere... il giorno dopo, 12 ottobre...ho fatto "l'uovo"piu' bello della mia vita.... che nascera' tra due settimane.... :)

Non riuscivo a venire qui e a scrivere...non riuscivo per paura, paura che potesse finire...rispetto per chi ancora non ce l'ha fatta... quasi imbarazzo... fin quando ho trovato chi si e' fatto portavoce di tutto questo....e sono riuscita, facendolo mio, a tirar fuori...a gioire, sentirmi libera...grazie Eva..

Trentasette settimane e due giorni. Questo è il tempo finora trascorso dall’inizio della mia gravidanza.
Ogni giorno mi sento più… Incinta.
Il tempo passa, tutto sembra andare per il meglio, e la mia ansia si è un pochino placata. O, almeno, è questo che mi ripeto sempre. In realtà, è nella mia natura essere ansiosa, e difficilmente potrò cambiare.
Ogni giorno mi sento più… Normale. Come una qualsiasi altra donna con il pancione. O quasi.
La mia, però, non è una gravidanza normale. Non la può essere, per ovvi motivi.
Non è la gravidanza pianificata di una neosposina che nell’elenco delle cose da fare ha inserito: trovare un fidanzato, comprare casa, sposarsi e avere un figlio… E la cui vita va esattamente come aveva immaginato, nell’ordine prestabilito. Quante ne conosco di donne così… E quanto non le sopporto!
La mia non è la gravidanza a sorpresa di una donna che non aveva nessuna intenzione di rimanere incinta, ma che si ritrova per caso con il pancione, e magari riflette pure sulla possibilità di abortire.
Non che la mia gravidanza sia unica al mondo, eh.
E’ la gravidanza di una donna che ha lottato, che ha aspettato, come molte altre donne nel mondo. Tante ce la fanno, tantissime no.
Ma io non mi sento come le altre donne in attesa.
Quando una donna si lamenta per le nausee, o perché aspetta un maschio anziché una femmina o viceversa, o perché sta ingrassando, o perché non può andare a ballare… Ecco, allora capisco che molte donne non riescono a capire quanto sia prezioso ciò che hanno.
Una gravidanza forse ottenuta senza neppure desiderarla, mentre altre donne venderebbero l’anima per portare una vita dentro al proprio corpo.
A volte, parlando con altre donne incinte, mi sembra di essere l’unica veramente grata, e consapevole di quello che ha.
Perché il dolore ti da consapevolezza.
Con questo non voglio dire che la mia gravidanza sia più preziosa di quella delle altre. Ogni bambino che viene al mondo è un dono, un piccolo grande miracolo. Una gravidanza non vale più di un’altra perché è stata aspettata, sudata.
Se avessi potuto scegliere il mio destino, di certo non avrei voluto che tutto questo accadesse a me.
Sarei rimasta incinta facendo l’amore con Carolmarito, nel nostro letto, ora avrei già un bambino di qualche anno, e forse un altro più piccolo, o in arrivo… Questo blog neanche esisterebbe!
E se una donna mi guardasse con astio perché la mia vita è stata più semplice, o se mi additasse dicendo che io non “merito” quello che ho… Beh, penso che la cosa non mi piacerebbe.
Se potessimo decidere il nostro destino, nessuno sceglierebbe di vivere il percorso della PMA. Nessuno sceglierebbe di soffrire.
Il dolore, quasi sempre, ci rende più saggi, e forse anche migliori. Ma non più meritevoli di realizzare il nostro sogno.
Chi può stabilire chi merita di avere un figlio e chi no?
Io, no. Nessuno può.
Ma il dolore ci rende anche brutti. Ci logora. Ci trasforma in persone egoiste, invidiose, arrabbiate.
Lo so perché è quello che anch’io ho provato. E che, talvolta, provo tuttora.
Ci sono momenti in cui, incrociando una donna incinta, provo ancora una specie di invidia.
Sì, davvero. Non sono pazza.
Quando guardo una donna col pancione penso al fatto che, sicuramente, lei non ha sofferto come me.
Che vive la sua gravidanza con serenità, perché non ha conosciuto il mio dolore.
Che non sale le scale come un bradipo per timore di fare del male al suo bambino. Che non ha paura di guidare, di camminare troppo, di mangiare qualcosa che non va. E la invidio, sì.
Penso tutto questo, anche se in realtà non so nulla di quella donna.
Anche se potrebbe essere benissimo una sticcatrice incallita pmara come me. O magari essere una madre single. Avere un compagno che la picchia. Non avere di che sfamare il suo pargolo. O chissà quale altro problema.
Nella mia mente, però, quella donna e la sua vita rispecchiano la perfezione.
Qualche giorno fa sono tornata, dopo parecchi mesi, sul blog di una delle prime fivettare che ho conosciuto. Ho saputo che ha avuto un aborto spontaneo dopo un tentativo (non so quale di numero) di PMA.
Così come è accaduto, non tanto tempo fa, ad un’altra amica virtuale.
Ogni giorno prego per loro. E non mi importa se non hanno voglia di scrivermi, di parlarmi. Io, al loro posto, probabilmente farei lo stesso.
Quando sei immerso nel dolore difficilmente riesci ad accettare la felicità altrui.

Perché lei sì, e io no?
Me lo sono chiesto tante volte.
Non c’è una risposta.
Io non sono rimasta incinta perché ho sofferto tanto e qualcuno lassù ha deciso che era ora che realizzassi il mio sogno. Non sono rimasta incinta perché me lo merito. Non sono rimasta incinta per un qualche disegno divino. E neppure perché sono destinata ad essere madre, o perché “il bene vince sempre sul male”.
Cazzate.
Se questo fosse vero, significherebbe che chi non ce la fa non se lo merita, oppure non si è impegnato o non ha sofferto abbastanza.
La verità è che chi ce la fa, chi riesce a realizzare questo sogno che per troppe persone pare irraggiungibile, ha avuto solo una gran BDC. Sì, una bella botta di culo.
Altro che merito e giustizia divina, il bene che vince sul male…
E’ strano essere quella che ce l’ha fatta.
Trovarmi, finalmente, dall’altra parte.
Essere riuscita a superare quel muro. Il muro della sterilità, della solitudine, del dolore, della morte.
Ed è bello. Cavolo, se è bello.
Io, nella mia vita, raramente sono stata quella “privilegiata”. Quella che gli altri guardano con invidia.
E’ strano parlare di vestitini anziché parlare di centri PMA e litigare perché sono piena di ormoni.
E’ strano ritrovare amici che nel momento difficile sono spariti, ed ora che tutto va bene improvvisamente ritornano.
Ed è altrettanto strano perdere amiche che forse, ora, sentono di non riuscire a gioire per me, ma preferiscono ignorarmi.
Diverse persone con cui ero in contatto durante il percorso della PMA hanno smesso di visitare il mio blog e di scrivermi.
In fondo, il mondo virtuale non è poi così diverso da quello reale.
Come potrei biasimarle? Non ho fatto io lo stesso, in questi anni? Non ho forse provato le medesime sensazioni, la stessa identica invidia?
Quell’invidia brutta, che ti logora dentro, che sai essere insensata ma che non riesci ad allontanare dal tuo animo?
Sì, l’ho fatto.
Ho smesso di visitare il blog di una famosa fivettara nel momento stesso in cui ha annunciato di essere rimasta incinta.
Dopo aver letto le sue lamentele per mesi e mesi sul fatto di essere infertile, dopo averla spronata a provare con la PMA ed essermi sentita rispondere che ognuno ha i suoi tempi…
(E allora di cosa ti lamenti, se neppure combatti per quello che desideri? mi sono detta)
Dopo tutto questo, è rimasta incinta al primo tentativo di PMA.
Quando l’ho saputo, ho provato una rabbia irrazionale.
Perché io no? Perché io no, che sono più giovane, che ho più possibilità, che ho provato più volte?
Questo mi sono detta.
Ho eliminato dalle amicizie, non solo di Facebook ma anche reali, conoscenti e colleghe nel momento stesso in cui hanno annunciato una gravidanza e ho perso il mio lavoro.
Le invidiavo, le odiavo. Loro non avevano sofferto, non meritavano di essere madri.
Una si vestiva in maniera sconcia, l’altra era una sciocca che non ha combinato nulla nella vita… Trovavo sempre un motivo per ritenerle inferiori a me, meno meritevoli di essere madri.
Alcuni motivi erano reali, mica inventati. Ma la Natura non sta a guardare chi è più bravo e chi meno, chi è intelligente e chi stupido, chi ha più risorse economiche e chi non ne ha.
E io? Chi sono io?
Sono una persona buona. Sì, certo… Come tante altre. Sfortunata, come tante altre.
Ho sofferto tanto, e ce l’ho fatta (per ora…).
E mi piace parlarne sul mio blog. C’è chi preferisce tacere, sia dopo un fallimento, sia dopo un successo, finché il dolore non è passato o la felicità non è consolidata. C’è chi dice che sia più decoroso comportarsi così.
C’è chi ha bisogno di silenzio. Io ho avuto fin troppo silenzio nella mia vita. Sento ora la necessità di parlare.
Che sia per sfogare il dolore, o per rendere la gioia più reale.
Forse anche perché, nella vita vera, ho ben poche persone che mi stiano ad ascoltare.
Ma, badate bene, da quando sono incinta cerco di analizzare ogni parola che scrivo su questo blog.
Leggo e rileggo ogni post mille volte prima di pubblicarlo.
Non posso ignorare il fatto che la maggior parte delle donne che leggono le mie parole sono ancora nel bel mezzo di un inferno che non sanno quando avrà fine.
Non posso dimenticare che, fino a qualche mese fa, stavo affrontando lo stesso incubo.
Non lo posso dimenticare, anche se, ve l’assicuro, la felicità, questa felicità, ti cambia nell’animo per sempre, ma spazza via la sofferenza in un secondo.
Chissà se le persone che mi invidiano mi guarderebbero nello stesso modo se sapessero che non ho mai avuto una famiglia.
Che mia madre  mi ha sempre ripetuto che ero un errore, non mi voleva e non mi ha mai voluto..
Chissà se mi invidierebbero se sapessero che mio padre non ha voluto farmi avvicinare a lui nemmeno in punto di morte, dandomi la possibilita' di non vivere con un enorme rimorso di coscienza.
Chissà se mi invidierebbero se sapessero che sono cresciuta in mezzo ad urla e botte,tante tante botte "sulla testa, cosi' non si vedono i segni...".
Chissà se mi invidierebbero se sapessero che un tempo il mio passatempo preferito era tagliarmi le braccia.
Chissà.
Però io aspetto un bambino. Ora, per molte donne, non sono altro che una donna incinta.
Una fortunata donna incinta, da invidiare.
Così come tutte le donne che ho invidiato (e segretamente odiato) in questi anni, per me non erano altro che fortunate donne incinta.
Vediamo solo ciò che vogliamo vedere.
Ci permettiamo di decidere chi merita un figlio e chi no.
La verità è che la vita non è giusta.
E’ dura, è strana, è terribile ed è bella, ma non è giusta.
Io ce l’ho fatta, per ora (scusate se continuo a ripeterlo, Marito è scaramantico e mi ha attaccato questo suo difetto).
Per una che ce la fa, mille altre non ce la fanno. Alcune continueranno a provarci, e un giorno avranno successo. Molte altre non ce la faranno mai.
Qualche coppia sceglierà un’altra strada. L’adozione, come avevamo deciso di fare noi, o forse la rassegnazione a rimanere soli. Qualcuno non troverà mai la pace. Qualcuno riuscirà ad essere ugualmente felice, anche senza figli.
Cosa voglio dirvi con tutta questa pappardella?
Non lo so, sinceramente.
Forse volevo solo dire che rispetto il dolore di tutte voi, così come ho sempre cercato di aiutare chi mi ha scritto chiedendomi “consulenze” mediche di ogni tipo, per semplice sostegno morale, per avere un consiglio…
E sarò ben felice di farlo, sempre.
Rispetto il vostro dolore, ma su questo blog d’ora in avanti io mi auguro vivamente di parlare di parto, di epidurale, di nascita, di felicità. Di tutto quello di cui parla una donna incinta a pochi giorni dal parto.
Il mio silenzio e' durato tanto, troppo e voglio con tutta me stessa poter dire...Sono felice...
Con il giusto rispetto per chi ancora non ce l’ha fatta ma continua a leggermi. Con il giusto rispetto per quello che ho vissuto, quindi anche per me stessa.
Non leggerete mai le mie lamentele per problemi vari avuti in gravidanza o per chissà cos’altro.
Neppure quando Edoardo piangerà come un indemoniato dando vita ad un bel concertino in casa.
C’è chi dice che, comunque, io avrei diritto a lamentarmi per tutto questo, come qualsiasi altra donna.
Beh, io non penso che lo farò.
Non affermerò mai che ce l’ho fatta perché ci ho provato tante volte, perché ho sofferto più di altre persone, perché mi sono meritata la gravidanza…
Cazzate.


Grazie..... e finalmente mi firmo come molte di voi sapranno..

Carlotta+Edo 37+2 :)

4 commenti:

Ellie ha detto...

Bè...uau!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Auguri!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Parla di tutto quello che vuoi..ognuna di noi che ca la fa è una speranza in più per le altre!!!!!!!!!!!!!!!

Carol:) ha detto...

Grazie cara... ora sto cominciando a tirar fuori tutto. .ma credimi per un po ' quella maledetta paura che conosciamo bene non mi ha abbandonato. .. gi abbraccio!

Arianna ha detto...

Questo post è bellissimo. Ed è vero: il dolore non fortifica. Ti fa solo incazzare, ed essere rabbioso, e guardare la presunta felicità degli altri con l'amaro in bocca. E' così, per tutti. Dai Carol, ti conosco da poco ma faccio il tifo per voi!

Carol:) ha detto...

Grazie Arianna, e io me lo prendo tutto il tuo tifo!!!!! Ti abbraccio :)

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